La più amata - Teresa Ciabatti

Trama: "Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quattro anni, e sono la figlia, la gioia, l'orgoglio, l'amore del Professore." Il Professore - un inchino in segno di gratitudine e rispetto - è Lorenzo Ciabatti, primario dell'ospedale di Orbetello. Lo è diventato presto, dopo un tirocinio in America, rinunciando a incarichi più prestigiosi, perché è pieno di talento ma modesto, un benefattore, qualcuno dice, un santo. Tutti lo amano, tutti lo temono, e Teresa è la sua figlia adorata. È lei la bambina speciale che fa il bagno nella smisurata piscina della villa al Pozzarello, che costruisce un castello d'oro per le sue Barbie coi 23 lingotti trovati in uno dei cassetti del padre. Teresa: l'unica a cui il Professore consente di indossare l'anello con lo zaffiro da cui non si separa mai. L'anello dell'Università Americana, dice lui. L'anello del potere, bisbigliano alcuni - medici, infermieri e gente del paese: il Professore è un uomo potente. Teresa che dall'infanzia scivola nell'adolescenza, e si rende conto che la benevolenza che il mondo le riserva è un effetto collaterale del servilismo nei confronti del padre. La bambina bella e coccolata è diventata una ragazzina fiera e arrogante, indisponente e disarmante. Ingrassa, piange, è irascibile, manipolatrice, è totalmente impreparata alla vita. Chi è Lorenzo Ciabatti? Il medico benefattore che ama i poveri o un uomo calcolatore, violento? Un potente che forse ha avuto un ruolo in alcuni degli eventi più bui della storia recente? Ormai adulta, Teresa decide di scoprirlo, e si ritrova immersa nel liquido amniotico dolce e velenoso che la sua infanzia è stata: domande mai fatte, risposte evasive. Tutto, nei racconti famigliari, è riadattato, trasformato. E questa stessa contrarietà della verità a mostrare un solo volto Teresa la ritrova quando si mette a scrivere, ossessivamente prova a capire, ad aggrapparsi a un bandolo e risalire alle risposte. Esagerazione, mitomania, oppure semplici constatazioni? Con una scrittura densa, nervosa, lacerante, che affonda nella materia incandescente del vissuto e la restituisce con autenticità illuminandone gli aspetti più ambigui, Teresa Ciabatti ricostruisce la storia di una famiglia e, con essa, le vicende di un'intera epoca. Un'autofiction sincera, feroce, perturbante, che nasce dall'urgenza di fare i conti con un'infanzia felice bruscamente interrotta.
Finalista al premio Strega 2017.
Una bella sfida per il lettore questo libro. Raramente mi è capitato di leggere in soli due giorni un romanzo che sostanzialmente non mi stava piacendo! Non mi piaceva e allo stesso tempo ne ero attratta. Impossibile provare simpatia per la protagonista, la stessa scrittrice Teresa Ciabatti, in quanto prima bambina viziata, poi adolescente complessata ed insopportabile e infine donna infelice e rovinata.
Eppure... come spiegare la malia di questa storia? Prima si dispiega ipnotica, per poi tornare indietro e diventare ripetuta e ripetitiva, isterica come la voce narrante, bugiarda forse, oppure compromessa. Un punto di vista che non offre mai certezze, ma che allo stesso tempo su piccole menzogne o verità mal comprese costruisce la particolarissima immagine del padre di Teresa. Lorenzo Ciabatti: grande chirurgo, uomo interessante, massone, persona meschina, di parte, manipolatore??? L'unica certezza è che intorno a lui si muovono e roteano pianeti, come intorno al sole. Grande pena per la madre della protagonista, Francesca, che si trasforma da donna volitiva e moderna a patetica ameba, fragile e insicura. Bellissima tutta la parte a lei dedicata, con la descrizione della sua parabola discendente.
Un romanzo fastidiosamente bello, antipaticamente affascinante che racconta un'epoca, vista con gli occhi di una bambina che è speciale, in quanto figlia di. Che peso questa eredità da portare sulle spalle, che ingombrante il retaggio di un nome che ti può aprire molte porte, ma non quelle che ti premono da adolescente. Ma sarà poi stata la più amata questa figlia? In senso molto ironico: amata nella dimenticanza, nei nobili intenti che vengono attribuiti a chi non si esprime e forse nel cuore ospita solo un'infinità grettezza ed aridità. Lorenzo Ciabatti resta un mistero, come gli ingredienti del suo fascino.
Quel che resta all'autrice sono solo macerie:
"Il mio livello sono quattro romanzi di nessun successo e sei film, tre dei quali mi rifiuto di metterli nel curriculum, ma tu hai scritto ***? Un'omonima. Reddito annuale variabile dagli ottomila ai trentamila euro. Se mi guardo indietro, se guardo alla bambina che piroettava sul palco del Supercinema - filosofo, attrice, ministro - posso dire di aver fallito. Sono una fallita di mezza età con una prospettiva di successo che diminuisce di anno in anno, ce la farò - a trentun anni - ho ancora qualche possibilità - mi rincuoro a quaranta - non ce la farò mai - mi arrendo a quarantaquattro, riscopritemi postuma."
Eppure Teresa Ciabatti...al momento sarei disposta a fare chilometri per assistere alla presentazione del tuo libro. Resti un rompicapo: hai sommerso il lettore di parole, di prove e controprove per poi metterti a nudo senza alcuna pietà ed alla fine ne sappiamo quanto prima. Questa per me non è casualità, ma la negazione del brano citato sopra. Intrigante.








Commenti

  1. Mi ispira moltissimo.
    Tifo a scatola chiusa per Cognetti ormai, ma la Ciabatti devo proprio leggerla. Chissà in biblioteca... :)

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    1. Cognetti e la Ciabatti sono proprio agli antipodi: abbinata interessante. Poi lo Strega potrebbe vincerlo un terzo...Chissà.

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  2. Ne abbiamo parlano in questi giorni, un libro che ho trovato coraggioso nella sua nevrotica ambiguità. Come Mik, tifo Cognetti, ma questo è un libro che mi ha presa parecchio.

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  3. Ne abbiamo già parlato, ma non troppo. Dovrei presentarti mia madre, siete sulla stessa lunghezza d'onda su questo e altre cose.
    Rimettiti presto ;)

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  4. Mi sa di no, lo butterei dalla finestra senza appello

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  5. Ti dico la verità, Lea. L'ho fissato, l'ho soppesato, ne ho letto la trama e l'ho riposto. Credo non sia il suo momento adesso, vengo fuori da letture che ho sentito poco mie per cui è tempo di rientrare in una comfort zone :)

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    1. Peccato, perché è un libro che lascia il segno.

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  6. Ciao Lea,
    Quindi è autobiografico. Dichiaratamente.
    Al solito, (tua) recensione che parla da sola: SU-BLI-ME
    Lo proverei...
    Buon fine settimana, Marina

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    1. Grazie Marina! Speriamo che l' autrice venga,a Pordenone legge.
      Bacio

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  7. Lea, mi hai fatto venire voglia di leggerlo!
    Vedo in biblioteca ;)

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  8. Lea mi hai incuriosito con le tue parole! Per la verità non mi attirava molto ma ora lo guardo con occhi diversi... magari lo leggerò! Un bacio

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    1. Io l' ho letto con molta curiosità. Un libro unico e mai banale.
      Aspetto un tuo giudizio!

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  9. Ho avuto la fortuna di essere invitata alla presentazione privata per il lancio e ho abbracciato Teresa Ciabatti, donna tormentata, animo bello, esperienza straordinaria. Un libro che comunque vada non lascia indifferenti.

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    1. Ti invidio! Io spero tanto di incontrarla a Pordenone legge e secondo me ha buone possibilità di vincere lo Strega.

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  10. Ci respingiamo io e la Ciabatti, nonostante la cover davvero estiva, il contrasto con la trama cozza con la mia idea di coerenza. Poi ovviamente sto giudicando senza aver letto il libro. Tanto io tifo Paolo e le sue meravigliose Otto montagne <3

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    1. Il libro di Cognetti è molto bello e ha una scrittura pulita e una vicenda lineare (mi si passi il termine). Con la Ciabatti ci si trova a tu per tu con un narratore "bugiardo" e un andamento volutamente disordinato. Non sono certa di tifare per Cognetti. Vedremo come andrà a finire.
      Un bacio da Lea

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