Dillo tu a mammà - Pierpaolo Mandetta

TRAMA
I sentimenti non sono semplici, ma con le parole lo diventano.
L’amore è sempre una faccenda di famiglia. Samuele ne è convinto, mentre guarda fuori dal finestrino sul treno che da Milano lo trascina verso sud. Dopo essere fuggito per anni, è finalmente pronto a rivelare ai suoi genitori di essere omosessuale. Con lui c’è Claudia, la sua migliore amica, incallita single taglia 38 e unica donna di cui si fida. Appena arrivano a Trentinara, un grazioso borgo del Cilento, ad accoglierli ci sono i parenti al completo. E la sera, alla festa del paese, il papà ha un annuncio da fare: suo figlio e la fidanzata Claudia si sposeranno a breve. È un vero e proprio shock per Samuele: lui vuole sposare Gilberto, il compagno rimasto a Milano, proprio lo stesso uomo che lo aveva convinto a riavvicinarsi ai suoi. Ma nelle case del Sud è quasi una tradizione che sogni e desideri vengano condivisi in “famiglia”: non solo con mamma e papà, ma anche con quella vecchia zia che si incontra una volta all’anno e persino con la vicina di casa. E così Samuele, per poter essere padrone della propria vita, dovrà fare i conti con un passato che vuole lasciarsi alle spalle; stavolta, però, non è disposto a scendere a compromessi. E adesso chi glielo dice a mammà?
Titolo: Dillo tu a mammà
Autore: Pierpaolo Mandetta
Editore: Rizzoli
N.pagine: 312
Anno di pubblicazione: 2017
ISBN: 9788817094474
La lettura di questo libro mi è stata consigliata da Laura Libridinosa, la quale sa essere molto convincente (leggi: padroneggia bene l'arte della minaccia). E ancora una volta la devo ringraziare (smettila di gongolare). 
Questa è la storia di Samuele, un ragazzo del Sud al quale il paesello va stretto e decide di "salire" al Nord per trovare la propria strada. La realizzazione personale non è l'unico motivo che spinge Samuele a partire, la spinta maggiore è la voglia di vivere liberamente la propria vita, senza dover sfuggire agli sguardi e ai giudizi dei suoi compaesani. Perché Samuele è gay ed è certo che nessuno al suo paese lo accetterebbe, famiglia compresa. Perciò decide di partire e vivere "lontan dagli occhi, lontan dal cuore".
Dopo un inizio traballante in quel di Bologna approda a Milano, città che gli regala tutto quello che desidera: il lavoro dei suoi sogni, ben pagato, vita mondana, amicizie sincere e l'amore. Convive felicemente con Gilberto e sembra che tutto fili liscio, ma in fondo al suo cuore Samuele sa che non potrà mai essere completo finché non avrà fatto i conti con tutto quello che ha lasciato in sospeso della sua vita precedente. D'altro canto Gilberto sa che senza quel passaggio non potranno mai essere pienamente felici e lo mette di fronte ad una scelta, chiedendogli di sposarlo. Samuele a quel punto è costretto a confessare ai suoi di essere gay e parte per questa missione, senza Gilberto ma in compagnia di Claudia, la sua amica, quella con la A maiuscola, dalla quale ha sempre trovato rifugio, comprensione e anche qualche bel vaffa quando era il caso.
Claudia è la classica ragazza milanese che lavora nella moda, sempre a dieta, con la frenesia nel sangue e l'atteggiamento di chi affronta le cose di testa, mai di pancia.
Questo viaggio sarà per entrambi un viaggio dentro loro stessi, un costringersi ad affrontare finalmente tutte le cose irrisolte, con la forza che solo la terra del Sud sa regalare.

"Andare, tornare, restare. A volte sono consigli, a volte imposizioni, a volte condanne."

Questo è un libro che parla dritto al cuore, senza giri di parole, nel quale si percepisce il patimento di chi si sente costretto ad indossare una maschera per non ferire chi gli sta attorno, senza rendersi conto che così ferisce due volte: gli altri e se stesso.
Ci sono stati dei momenti in cui avrei voluto prendere Samuele per le spalle e scuoterlo, dirgli di smettere di autocommiserarsi e iniziare a vivere, nel bene e nel male, senza fuggire ma affrontando i problemi, che spesso problemi lo sono solo per noi.

"Vedi che non ti devi difendere dalle cose brutte. Lascia che ti travolgano. Fatti scassare, piangi, goditi il dolore. E' un privilegio, tesoro di zia, vuol dire che sei viva. Perché quando non ti succede niente, quando tutto fila liscio, o quando fai solo quello che hai deciso di fare, che da ricordare, poi? Non ti ricordi niente. Il dolore ci irrobustisce, ci migliora. Se non soffri, non puoi imparare a superare il dolore. Se soffri, poi non ti metti più paura."

Ma mai ho smesso di voler bene a Samuele, di desiderare abbracciarlo e dirgli che doveva volersi bene. 
Con una scrittura fluida, intensa e ironica Mandetta ci regala un ritratto meraviglioso e reale del nostro bellissimo Sud e dei sentimenti che solo la famiglia, in tutte le sue accezioni, può farci provare. E una lettura che sa intrattenere e commuovere, e che rimane nel cuore.

"E' questo che ci ricordiamo, nel voltarci indietro: le occasioni in cui ci siamo commossi."

  

Commenti

  1. Carinissimo e più profondo del previsto.
    Non mi ha fatto impazzire il finale - la scelta di Samuele, dico, e quella Milano troppo cupa. :)

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    1. Anch'io mi aspettavo più leggerezza e sono stata piacevolmente smentita. Sul finale ti dò ragione, forse un pochino fuori linea.

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  2. Devo confessarti che io, invece, non mi sono fidata. Non la ritenevo una lettura nelle mie corde eppure, dopo le vostre recensioni, il dubbio mi sta assalendo! Dovrò ponderare attentamente :) Baci!

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  3. Mi e' piaciuto moltissimo!!! Un unico dubbio sul finale... chissa'... me lo immaginavo al paese con Peppe... :)

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  4. Grazie per la dritta! Un libro molto coinvolgente!!! Adoro come scrive!!!

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    1. Rispondo qui anche al commento precedente che mi ero persa, scusa. Il finale ha lasciato un po' perplessa anche me, però a Pierpaolo lo perdono, perché in ciò che scrive ci mette il cuore.
      Felice che ti sia piaciuto.
      Stefi

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