Essere Nanni Moretti - Giuseppe Culicchia

Trama: Prima di rivelare come si comporta il protagonista di questa storia, è necessario fare un passo indietro. Bruno Bruni è uno scrittore di nicchia. Ha esordito come poeta, poi – su consiglio del suo agente – si è dedicato alla narrativa, senza mai sfondare. Ma non si dà per vinto, e, mentre per vivere traduce opere di fantascienza cyber-punk, cerca di scrivere il Grande Romanzo Italiano, quello che farà scattare l'agognato passaparola e correrà allo Strega, quello che tutti – editori, critici e lettori – stanno aspettando. Ma più ci prova più si allontana dalla meta e si deprime davanti al foglio bianco. La sola consolazione nella vita di Bruno è Selvaggia: una ragazza d'oro, che fa la pole dancer in un locale notturno, che è libera e schietta quanto il suo nome. E che continua ad amarlo e a credere in lui ostinatamente. Fino a quando viene licenziata e la situazione si fa ancora più preoccupante. È qui che Bruno si lascia andare e si fa crescere la barba. Gli basta una giornata per rendersi conto che al supermercato, per strada, al ristorante, in palestra, tutti lo scambiano per Nanni Moretti. Sarà Selvaggia a convincerlo a sfruttare le doti da imitatore che ha fin da bambino, a studiare la biografia e l'eloquio del regista e a trasformarsi in un suo clone. Spacciandosi per Moretti e la sua assistente, i due cominciano a girare l'Italia approfittando dell'ospitalità generosamente offerta da sindaci e organizzatori di festival, che non vedono l'ora di far assaggiare loro i piatti tipici del territorio, intrattenerli con gli avvincenti racconti della storia locale e proporsi per una particina nel nuovo film del maestro. Bruno inizia a sentirsi sempre più a suo agio nei panni di Nanni Moretti, ed è sull'orlo di una crisi identitaria che rischia di compromettere i suoi grandi progetti narrativi, quando alla coppia si presenta un'occasione irrinunciabile: un invito alla Mostra del Cinema di Venezia. 
 
 Titolo: Essere Nanni Moretti
Autore: Giuseppe Culicchia
Casa Editrice: Mondadori
Anno Edizione: 2017
Pagine: 264



 
Nanni Moretti o lo sia ama o lo si odia: non è possibile avere sentimenti di indifferenza nei suoi confronti. Lo stesso dicasi per i libri di Giuseppe Culicchia: possono piacere molto o possono risultare indigesti per "quel di più" di lucida follia e di dissacrante sarcasmo che contengono. Leggendo questo libro mi sono fatta un regalo (anzi me lo ha fatto Mondadori omaggiandomi di una copia digitale) e ho riso dalla prima all'ultima pagina. Questo romanzo è una genialata (mi si passi il termine), un capolavoro di umorismo, un modo arguto per mettere alla berlina certi aspetti della nostra cultura, del mondo editoriale e di noi stessi. Culicchia non si preoccupa di essere politicamente corretto: attraverso le vicende del suo Bruno Bruni è irriverente, gigione e maleducato. Non so come possa essergli venuta l'idea per la trama e poi come abbia saputo svilupparla con tale strabordante perfezione, ma so per certo che avverto un senso di pericolo scrivendo di un autore in grado di fissare la tua immagine in una battuta e poi di lasciartici congelato a vita. Ti sa fotografare con le dita nel naso e ride. Prende in giro tutti, ma soprattutto se stesso e quel mondo di intellettuali o pseudo tali che animano la scena cultuale del nostro paese. Bruno Bruni aspira con tutto se stesso a scrivere il Grande Romanzo Italiano, ma dopo anni ne ha a malapena stilato la scaletta. Il suo scrittore di riferimento è Baricco, ma molti altri autori vengono tirati in ballo (compreso lo stesso Culicchia) con un effetto comico per il lettore, un po' meno comico per i colleghi citati. (E la cosa buffa è che dovranno stare al gioco e sorridere e a denti stretti complimentarsi per la trovata.)
Vogliamo poi parlare della fidanzata di Bruno, Selvaggia? Si tratta di un personaggio indescrivibile ed esagerato, ma non per questo meno verosimile. Ha una mania per i selfie, delle abitudini bizzarre (fare scarpetta nei piatti altrui con le dita tanto per citarne una) e un'incrollabile fiducia in Bruno, che reputa intellettualmente di molto superiore a lei. Non è per nulla scontata o banale ed è in grado di stare in equilibrio perfetto tra saggezza e cafonaggine: è complementare a Bruno e allo stesso tempo a volte gli ruba la scena.
Non saprei scegliere l'episodio più divertente perché nel libro si procede attraverso un climax di situazioni che si ripetono e che ad ogni ripetizione diventano sempre più esilaranti. Si susseguono le cene scroccate dai due protagonisti a spese dei vari Comuni che li ospitano credendoli Nanni Moretti e la sua assistente e ad ogni cena fa la sua comparsa il Sindaco di turno con la medesima passione per la storia locale. Questo è un argomento ricorrente per Culicchia, anche in quella che lui chiama "L'anti-presentazione", ossia un reading comico al di fuori dagli schemi in cui parla di se stesso e legge brani dei suoi libri (un evento al quale ho avuto la fortuna di assistere più di un anno fa insieme a Stefania, ovviamente senza avere il coraggio di complimentarmi con lo scrittore). Mi dico: ma quanti accidenti di noiosi interessantissimi volumi di storia locale ha ricevuto l'autore dai vari sindaci delle città nei quali è stato invitato a presentare i suoi libri? Volumi che intuiamo tirerebbe gentilmente in testa ai latori del regalo e ne avrebbe ben donde.
Dovrei raccontarvi meglio e di più? Dovrei dirvi della passione di Bruno per Ricuperati, altro suo Mito Vivente (oltre a Baricco s'intende), Autore, Produttore Culturale, Collaboratore di Riviste, Direttore di una Scuola, ma soprattutto massimo profeta della Crossdisciplinarietà?
 
"E il suo intervento dell'altro ieri sul "Corriere della Sera" sull'ipotesi che l'Inghilterra esca dall'Europa? Magistale, assolutamente magistrale. Dato che non riuscivo a capirlo, me lo sono imparato a memoria." 
 
No, non vi svelo altro, piuttosto vi invito a seguire Bruno e Selvaggia nel loro vagolare a scrocco, travestiti da quello che non sono, vi sprono ad osservarli nei loro incontri con gli autori del momento, con i politici e gli intrallazzatori in un "magna magna" generalizzato in cui il tempo passa, ma è solo un tirare avanti, mentre il senso di identità si stempera e perde significato. Essere Nanni Moretti significa esserlo al punto da risultare schiavo di un personaggio fino a perdere i propri pensieri per mutuarne i suoi.
Divertente, insolito, stuzzicante con un finale inaspettato che alza la posta in gioco e ti lascia con il dubbio: Culicchia avrà preso per il culo anche me? Sicuramente.
Se è una risata quella che ci seppellirà, muoio da lettrice felice e imperfetta.
e poi mi chiedo:
"Nanni Moretti lo avrà letto?"
;-)
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Commenti

  1. ecco credo davvero di essere molto incuriosita adesso!

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  2. Pensa che non credevo fosse il mio genere, ma leggendoti mi è venuta una grande curiosità. Recensione chiarissima, come sempre! Bacio.

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    1. Grazie Tessa. Certo è molto diverso dai libri che leggiamo solitamente, ma ogni tanto ci vuole un po' di cattiveria. C'è una descrizione di una cena a buffet a Parigi che ancora mi fa ridere.

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  3. Non lo conoscevo, ma ora lo voglio (e Moretti no, mai piaciuto). :)

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    1. Michele, se non lo conosci devi leggere il paese delle meraviglie! E' il tuo libro.
      Ciao da Lea

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  4. Lea, sarò estremamente essenziale ed esaustiva: questo libro l'ho appena messo in WL.
    Recensione strepitosa.

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    1. Grazie mille Rosa! Oggi però la Murgia lo ha stroncato: mi ha dato un grande dispiacere. Per me resta comunque un bel libro naturalmente.
      ;-)

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  5. ve l'ho già detto che adoro la nuova grafica? Bravissime tutte

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