Numero undici - Jonathan Coe

Trama: l'undicesimo romanzo di Jonathan Coe è una storia dei nostri tempi: dal suicidio di David Kelly, lo scienziato britannico che aveva rivelato le bugie sulla guerra in Iraq, agli anni austeri della Gran Bretagna che conosciamo oggi. È un romanzo su quell'infinità di piccole connessioni tra la sfera pubblica e quella privata, e su come queste connessioni finiscano per toccarci, tutti. È un romanzo sui lasciti della guerra e sulla fine dell'innocenza. È un romanzo su come spettacolo e politica si disputino la nostra attenzione, e su come alla fine probabilmente è lo spettacolo ad avere la meglio. È un romanzo su come 140 caratteri possono fare di tutti noi degli zimbelli. È un romanzo su cosa significhi vivere in una città dove i banchieri hanno bisogno di cinema nelle loro cantine e altri di banche del cibo all'angolo della strada. È un romanzo in cui Coe sfodera tutta la sua ingegnosità, il suo acuto senso della satira e la sua capacità di osservazione per mostrarci, come in uno specchio, il nuovo, assurdo e inquietante mondo in cui viviamo. 

Titolo: Numero undici
Autore: Jonathan Coe
Casa Editrice: Feltrinelli
Anno Pubblicazione: 2016
Pagine: 381

RECENSIONE: ATTENZIONE PERICOLO, QUESTA RECENSIONE CONTIENE SPOILER; MA NON HO SAPUTO RESISTERE!
Oramai è trascorso quasi un mese da quando ho terminato di leggere questo libro e ci ho pensato e ripensato. Sì perchè, quando ti trovi a dover scrivere la recensione di un libro di uno dei tuoi autori preferiti, non è facile scindere il giudizio sul libro che hai letto dall'ammirazione che provi verso tutti libri che questo autore ha scritto. Lo ammetto che come avvio di una recensione non è molto incoraggiante: sembra io stia mettendo le mani avanti, quasi a giustificarmi per quello che scriverò e in parte forse è vero. Lo scrivo: Jonathan Coe per me significa "La famiglia Winshaw" e "La casa del sonno" e significa  anche feroce ironia e lirismo, due cose che stanno insieme a fatica, ma non per lui. Dopo i libri che ho citato sopra, ho cercato il Jonathan Coe che amo in tutti gli altri suoi libri, in quelli che ha scritto prima e in quelli che sono venuti dopo, ma in ognuno mancava qualcosa, eppure erano ugualmente belli, ma allo stesso tempo fonte di insoddisfazione. Perchè se hai avuto la perfezione, rivuoi quella perfezione.
Ora è uscito questo nuovo romanzo e in tante recensioni ho letto che l'autore è tornato ai suoi tempi d'oro. Corriponde a verità? Non lo credo.
Numero undici è un libro strutturato in cinque racconti, legati tra di loro, ma allo stesso tempo autonomi. La protagonista, Rachel, in qualche modo è il filo rosso che collega queste storie. Il primo racconto mi ha dato una sensazione di incompletezza, di un espediente per introdurre le protagoniste (Rachel ed Alison) e un'atmosfera che lascia presagire eventi futuri vagamente minacciosi.
Il secondo racconto "Come tornare in auge" è un piccolo capolavoro di cattiveria, umorismo nero e feroce ironia. Attraverso la mamma di Alison, Val, ex cantante di una sola canzone e alla disperata e un po' patetica ricerche di una seconda chance il lettore verrà trasportato alla interno di un reality show tipo "Isola dei famosi". Una satira spietata, un Coe al suo massimo splendore. Sarà difficile dimenticare l'insetto stecco che "defeca" nella bocca della povera Val costretta ad una prova di coraggio decretata dai telespettatori. Questo è un racconto che ha il potere di farti allontanare defitivamente da un certo di tipo di intrattenimento televisivo.
Il terzo racconto ci porta all'interno di un'ossessione. Un uomo che distrugge se stesso e la famiglia per ricercare il film che ha visto, molti anni addietro, in una giornata perfetta della sua infanzia. Scritto così sembra assurdo, eppure viene descritta una ricerca che potrebbe essere paragonabile a quella del Santo Graal. Il film non è un film, ma uno stato d'animo, un'epoca passata non più recuperabile. Più l'oggetto della ricerca è banale, più l'impresa risulta folle ed emblematica...e allo stesso tempo futile e ridicola.
Il quarto racconto porta in scena alcuni componenti della famiglia Winshaw (ebbene sì) senza scrupoli e calcolatori come li ricordavo. Nel racconto perà fa la sua comparsa anche un nuovo irresistibile personaggio, l'agente investigativo Nathan Pilbeam. Uno spin off per un romanzo a venire? Me lo auguro.
E il quinto racconto? Punto dolente: tutto il circolo si chiude nella Londa dei super miliardari dove Rachel ha trovato lavoro come insegnante privata. La storia finisce in modo talmente irrealistico da lasciare a bocca aperta. Io ho chiuso il libro e ho urlato "Ma che cavolo?" "Ma che presa per i fondelli!" (veramente mi sono espressa in modo diverso). Forse quella dell'autore è una beffa, forse è un modo per lanciare un messaggio ( che io non ho capito). Sembra un finale da b movie americano degli anni cinquanta. Grosso punto interrogativo. L'autore ci ha presi in giro e si è divertito, il lettore un po' meno.
Cosa mi resta di questo libro? Tanto, tantissimo. Perchè se è vero che il Coe della famiglia Winshaw forse non tornerà più, allo stesso tempo è un fatto irrilevante perchè, pur nella loro struttura non perfetta, tutti i suoi romanzi hanno una qualità grande e unica che è solo dei suoi romanzi. Nella sua imperfezione questo autore svetta sopra molti altri: leggerlo è una necessità,  per ridere, per riflettere, per stupirsi.

Cari lettori, provate a leggere Jonathan Coe, nei suoi romanzi troverete sempre quel qualcosa in più che vi ripagherà con tale generosità, da non dovervi mai pentire della scelta. Uno scrittore come Coe vi scolpisce nell'immaginazione e nella memoria degli stati d'animo, che ricorderete negli anni, come io ricordo con emozione la poesia che chiude "La casa del sonno" e il finale beffardo e irriverente di questo Numero undici.
Voto: 4,5
Lea


Commenti

  1. Socia...mi cospargo il capo di cenere, mentre sono inginocchiata sui ceci e confesso: non ho mai letto Coe!
    Tempo ne abbiamo? Voglia ne abbiamo? E allora! Si recupera!
    Anche perché dopo una dichiarazione d'amore simile, non si può fare altrimenti
    Baci baci

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    1. Mi fai troppo ridere accidenti. Voglia ne hai, tempo non so. Le mie copie dei libri sono a tua disposizione.
      :-)
      Bacio

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  2. Ho letto qui e lì per evitare gli spoiler, però ho visto il voto(ne) e sì, mi sono detto che Coe devo sperimentarlo.
    Tra l'altro, in biblioteca c'è.
    Devo consegnare la Gamberale e Barreau (brutto quello di Chiara, il secondo così zuccheroso che l'ho mollato dopo un po') e lo prendo.

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    1. Sono troppo curiosa di conoscere il tuo parere e vorrei anche confrontarmi con te sul finale.
      Grazie di essere passato.
      Ciao da lea

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  3. Anch'io non conosco Coe. Mi perdoni? Ma i tuoi racconti (non solo questa recensione) mi hanno incuriosita molto, quindi..da quale inizio??
    baci xxx

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    1. Direi dalla casa del sonno, perché la famiglia Winshaw è bello corposo. Mi è venuta l' ansia d consiglio sbagliato. E se non ti piacesse? Naaaa
      ;-)
      Bacio da lea

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  4. Ce l'ha anche la mia biblioteca :) Inizio da questo o provo prima gli altri che hai menzionato?

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    1. Mah. Se tu partissi da questo Lisse, potremmo confrontarci sul finale, ma la famiglia Winshaw è il suo capolavoro. So che non ti spaventano i grossi tomi.
      Ciao da lea

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  5. Ciao Lea, nemmeno io ho mai letto nulla di suo...la tua recensione è molto accurata, brava!

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    1. Grazie mille Nunzia! Questa volta ho scelto un autore che non ha letto nessuno del nostro gruppo e non me lo aspettavo. Io adoro gli scrittori inglesi. Magari la prossima volta parlo di McEwan.
      Buona notte da le

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  6. Ciao ragazze! Non ho mai letto Coe ma sembra davvero molto interessante! Volevo dirvi che vi ho nominate nel liebster award, spero possa farvi piacere! Se vi va di dare un'occhiata vi lascio il link: http://saratraipapaveri.blogspot.it/2016/05/liebster-award.html

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    1. Ciao Sara, grazie per averci pensate. Ora vado a sbirciare.
      un saluto da Lea

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  7. Quanto mi piace ciò che scrivi Lea! Ho la casa del sonno, ottenuto da uno scambio senza desiderarlo davvero, stavo pure pensando di venderlo al mercatino dell'usato!
    Mannaggia a me a quanto pare stavo per fare un danno :-/
    Fortunatamente sei arrivata tu e la tua recensione che è stata capace di incuriosirmi.
    Una cara amica virtuale mi ha detto che è molto molto bravo lui.
    Il libro lo tengo e l'autore lo rivaluto, non ora ma lo leggerò :-)
    Grazie eh!!!

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    1. Ne sono sono felice Cuore! Io spero ti possa piacere...ti dico solo che Tessa sta leggendo un altro romanzo di Coe (la pioggia prima che cada) e pare soddisfatta. ;-)
      Al limite lo vendi dopo averlo letto.
      Buona notte
      Lea

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