Una serata in compagnia di Enrico Galiano


Buon inizio settimana a tutti voi.
Oggi vi raccontiamo di una serata speciale che abbiamo avuto il piacere e l'onore di condividere con Enrico Galiano. (i commenti in azzurro sono di Lea)
Come sapete Lea fa il lavoro più bello del mondo (non posso che essere d'accordo con te), la bibliotecaria, e in questa veste si occupa anche di organizzare incontri con gli autori per il Comune in cui lavora (ora più che mai che con le elezioni di giugno ho guadagnato un giovane assessore, Katia, piena di entusiasmo e di nuove idee!). Quale migliore occasione che avere residente nello stesso comune un autore che ha scritto una storia meravigliosa? Detto, fatto, Lea ha messo in moto la macchina organizzativa e dopo mail e telefonate con la Garzanti ha finalmente concordato una data.
Il nostro "regista occulto" (come mi piace definirmi) aveva però in serbo però un'idea malsana: far moderare la serata a me, la Bacci, quella anziana (come le sarà venuta un'idea così balorda non si sa...c'era pure il rischio che ci rimanessi dall'emozione). L'idea mi era venuta perché ti conosco e so che sei in grado di coniugare ironia e competenza e volevo un incontro bello frizzantino e fuori dagli schemi. Dovete sapere che essere anziani fa anche tornare bambini, compresa una giusta dose di incoscienza, motivo per cui alla proposta ho subito detto "SÌ, figo!", salvo poi pensare subito dopo "Ho fatto la cazzata, non ce la farò mai a sostenere un'ora di presentazione". Ma ormai la frittata era fatta... (le frittate sono gustosissime!)
La settimana prima della data fatidica ci siamo incontrate per mettere a punto una scaletta e una serie di domande che potessero farmi apparire almeno un po' seria e preparata, anche considerando l'incognita #enricoquandoiniziaaparlarenonlofermapiùnessuno.
Arriviamo alla mattina del 14 novembre, quando ogni pensiero verteva su "È stasera, è stasera, è stasera" qualsiasi cosa facessimo (non ho dormito due notti accidenti). Situazioni del tipo "Quanto prosciutto mi ha detto?" "Stasera etti, grazie" oppure "Scusi per la piazza sono giusto?" ""Sì sì, sempre dritto, poi giri a stasera ed è arrivato." Una giornata all'insegna della RESFEBER (no, non siamo impazzite, alla fine del post troverete una foto che vi spiegherà tutto).
L'appuntamento era fissato al Teatro Pileo per le 19 con Enrico e il tecnico per la messa a punto, oltre che di audio e luci, del videoproiettore che avrebbe trasmesso video e slide che Enrico voleva proiettare durante la serata. E qui sorge il primo problema: il videoproiettore era lo stesso che usava la famiglia dei T-Rex per rilassarsi dopo una scorpacciata di brontosauri e presentava qualche problemino di messa a fuoco (lo compreremo nuovo nel 2018, non ti scaldare). Bisognava fare qualche prova e problema numero due...Enrico aveva lasciato la chiavetta a scuola. Ma nessun problema, a casa aveva dell'altro materiale che avrebbe potuto mettere su un'altra chiavetta che avrebbe portato alle 20,30. 
Salutato Enrico, che andava a casa a rendersi umano dopo una giornata passata tra preadolescenti, noi restiamo in teatro ad attendere l'arrivo del pubblico: ci sarà abbastanza gente? Raggiungeremo il centinaio di persone previste? (oppure, orrore, ne avremo più di 300 e saremo costrette a mandare a casa qualcuno con il rischio di beccarci degli insulti? Dal poco al troppo il passo è sempre breve)
Alle 19,50 inizia ad arrivare qualcuno e piano piano le poltrone vengono occupate, con noi due che facciamo avanti e indietro per stemperare la tensione (saluto ora tutti i presenti che conoscevo e anche quelli che non conoscevo, perché ero così agitata che non ricordo nulla e non ho riconosciuto nessuno). Ore 20,25 Enrico arriva e con un sorriso che non promette niente di buono ci chiede se c'è tanta gente "No, no Enrico solo centocinquanta persone, quasi tutte donne" "Ehm...ho lasciato la chiavetta a casa...". Non era per niente teso, no no. "Vuoi fare un salto a casa a prenderla, ci metti cinque minuti e intanto diamo tempo alle persone che stanno arrivando di prendere posto?". Enrico schizza via, noi diamo l'annuncio che per problemi tecnici tarderemo una decina di minuti e iniziamo a fare avanti e indietro dalla sala al corridoio sul retro con lo stato d'animo pari a quello di un tacchino il giorno prima della festa del Ringraziamento. Situazione sala: come il tacchino di prima dopo che è stato riempito; situazione corridoio: il vuoto.  Noi in piena situazione IKTSUARPOK, finché arriva Enrico, allora saliamo sul palco e realizziamo che ci saranno circa duecento persone, l'emozione è tanta e mentre le autorità danno il benvenuto, noi vaghiamo con lo sguardo senza vedere nulla, con l'adrenalina a mille e la testa vuota, una sorta di BOKETTO.

È giunto il momento, prendiamo posto, risatine, convenevoli, Enrico collega la chiavetta e serafico dice "Ho preso quella sbagliata.". Ribadiamo, non era per niente teso, no no. Vorrà dire che parleremo un po' di più, che con Enrico viene pure facile.
La serata è scivolata via in un soffio, abbiamo chiacchierato di Gioia, di Lo, di Bove, di adolescenti, genitori e insegnanti, di scuola, di tecnologia e della passione che ha portato il teatro a riempirsi di persone rapite. La passione per la lettura e per i bei libri.
Una testimonianza che ci ha particolarmente  colpite è stata quella della mamma di un adolescente che non leggeva da anni e che su sua ossessionante richiesta ha iniziato a leggere di Gioia e Lo e ha divorato il libro in due giorni: ecco, questa è la magia dei buoni libri, di quelli che parlano direttamente al cuore ed Enrico ha questa grande dote, quella di mettere entusiasmo e cuore in tutto quello che fa, in una parola MERAKI.
Ci ha anche anticipato che indicativamente ad aprile uscirà il suo nuovo romanzo, la storia di tre ragazzi che scappano di casa e vivono un'avventura in un giorno, ognuno di loro fa qualcosa. Zitta Bacci, ritira tutto, questa trama è top secret e ricorda che non te la ricordi. Erase & Rewind. Uffffff
A fine incontro le persone si sono avvicinate al palco per il firmacopie: vi diciamo solo che la fila somigliava al dragone cinese che sfila per le vie in occasione del capodanno, quasi quarantacinque minuti durante i quali il nostro autore avrà firmato un centinaio di copie, ognuna con una frase pensata e dedicata proprio a quel lettore. Noi intanto ne abbiamo approfittato per abbracciare la #ragazzadelloscrittore, la meravigliosa Roberta, e la loro pucciosisssima Gaia Sofia (che sarebbe la figlia di quasi un anno). Con lei (io con Roberta, la Bacci con Gaia Sofia) abbiamo parlato anche del suo nuovo progetto: tenetevi forte, Roberta sta scrivendo un libro, e chissà che  la prossima volta non ci si ritrovi al Pileo con Enrico in veste di "first boy", altrimenti detto #ilragazzodellascrittrice!
Eccovi le parole intraducibili che avete incontrato durante il post, in onore di Gioia, tratte dal libro "Lost in translation" di Ella Frances Sanders, edito da Marcos y Marcos e molto amato da Enrico:
Ah,  ecco svelato il mistero! Non capivo proprio di cosa stessi parlando! Pensavo che l'emozione della serata ti avesse fatto saltare definitivamente alcuni fusibili. Ora sono più tranquilla. Beh, non scrivi la chiusa finale?
Oh, giusto! Ecco cosa avevo dimenticato! Sai com'è, ad una certa età le emozioni bruciano i neuroni. Provvedo subito:
CHIUSA FINALE (va bene ora?).
Veramente pensavo alle solite frasi di rito, che è stata una bella esperienza, che tornerai a deliziarci  con la tua ironia ecc, ma tutto sommato CHIUSA FINALE mi pare meglio. Ti adoro proprio perché sei come sei. (e anche gli altri...non hai raccontato che hai guadagnato un ammiratore mi pare...ih ih ih) (Tu un cecio in bocca, mai eh?)
Alla prossima emozione! Baci a tutti







Commenti

  1. Ahahah, vi avevo viste in video: belle, brave e spiritose!!

    RispondiElimina
  2. Ahahaha, adoro! xD
    Mi sono cappottata con la storia delle chiavette e il livello di panico che probabilmente aveva raggiunto livelli allarmanti - e io dovrei stare zitta visto che mi sarebbe venuto un attacco d'ansia in piena regola. >.<

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La parte delle chiavette sarà uno di quegli aneddoti da raccontare ai nipoti XD

      Elimina
  3. Quando c'è nervosismo si saluta tutti fra poco pure i cani e i gatti che incontri, almeno così non si sbaglia mai. Comunque eravate tutti calmissimi, che nessuno ci ha fatto caso. Bellissima serata e la chiusura finale è una chicca

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Posso assicurarti che l'agitazione era parecchia, tanto che abbiamo dovuto calmarla a fine serata con un bel piatto di patatine fritte. Hihihihi, ogni scusa è buona
      Grazie Patrizia

      Elimina
  4. Perché non hai parlato del catetere, Bacci?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché vista la serata speciale, volendo evitare di inciamparci, ho optato per un più discreto pannolone. Se vuoi te li procuro, ne ho trovato un'ottima marca!

      Elimina
  5. Che emozione! Bacci sei stata bravissima

    RispondiElimina
  6. C'ero anch'io in mezzo a così tante donne... ma avevo occhi solo per te. Merito anch'io qualche bacio!
    Complimenti a voi due e a Galliano perché la serata non è mai stata pesante, ma anzi (è qui si vede l'abilità del buon maestro*), nonostante l'ora il livello d'attenzione non è mai calato e l'interesse non è mai venuto meno.

    * Lo so che è un professore, ma io alle massime espressioni di una determinata professione do sempre questo titolo.

    RispondiElimina
  7. Siete forti... fortissime. E avrei voluto esserci...

    RispondiElimina

Posta un commento