Le cose cambiano - Cathleen Schine

Trama: La famiglia Bergman è una grande famiglia allargata, un vero e proprio clan, da sempre molto unita. Ma poiché le famiglie non si limitano a crescere, ma con il tempo inevitabilmente invecchiano, arriva il momento in cui bisogna affrontare una serie di problemi. Joy, matriarca formidabile, ormai molto in là con gli anni, pur essendo ancora una donna attiva e impegnata nel suo lavoro di curatrice di un piccolo museo, sta cominciando a mostrare le avvisaglie tipiche dell'età e i suoi due figli, Molly e Daniel, si ritrovano spiazzati. Quando il suo amatissimo marito Aaron, compagno di una vita intera, muore, non sanno come gestire la solitudine e la disperazione della madre. E non hanno messo in conto la ricomparsa nella vita di Joy di un suo ardente corteggiatore dei tempi del college. Soprattutto non potevano prevedere la repentina ribellione di una madre che, determinata a non perdere la propria autonomia, sembra comportarsi come i suoi figli quando erano giovani... Spesso il viaggio verso la vecchiaia è difficile e fa paura sia a chi lo vive, e cerca un modo tutto suo per adattarvisi, sia alle persone intorno, che provano per i genitori un misto di amore, ansia, timore e incomprensione. Le cose cambiano è un romanzo profondamente umano, sincero e commovente che racconta il sopraggiungere della vecchiaia con grande dignità e rispetto, grazia ed empatia.
 
Titolo: Le cose cambiano
Autore: Cathleen Schine
Editore: Mondadori
Anno Pubblicazione: 2016
Pagine: 296
 
 
"Ma sia lei che Freddie sapevano che finché i loro genitori fossero rimasti in vita loro avrebbero continuato ad essere figlie."
 
 
La forza e il limite di questo romanzo risiedono nel fatto che è di sicuro interesse prevalentemente per quelle persone che hanno i genitori sulla soglia della terza età e che pertanto iniziano a pensare a come far fronte alle loro future necessità. Una storia di questo tipo può piacere anche alle persone anziane, ma considerato che presenta un'immagine della vecchiaia molto realistica e poco edulcorata, per loro leggerlo potrebbe risultare un'esperienza molto malinconica. Escludo che questo sia un libro che può attrarre un tormentato ventenne, uno spensierato trentenne o un indaffarato quarantenne o tutte questi aggettivi e categorie mescolati insieme.
Ad alcuni aspetti della vita inizi a pensare solo quando ti alitano sul collo. Prima, quando sei giovane, ti pare di avere di fronte una distesa infinita di giorni e di possibilità, poi sono le tue preoccupazioni di madre/padre a occuparti la mente e all'improvviso ti ritrovi a fare da genitore..ai tuoi stessi genitori! Sono fasi inevitabili, periodi della vita che tutti devono attraversare, ma anche se la destinazione è nota, il percorso è ugualmente difficile.
Dopo questa (lunga?) premessa posso finalmente dire che si tratta di un bel libro, triste e malinconico, con guizzi divertenti ed ironici e moltissimo affetto che i protagonisti non sanno mai indirizzare nel modo giusto. Il nodo fondamentale è l'impossibilità di riconoscere questo cambiamento di ruoli che ad un certo punto della vita si verifica tra genitori e figli ed il titolo è emblematico. Le cose cambiano, ma non è facile ammetterlo ed accettarlo. I genitori sostengono di non aver bisogno dei figli, ma allo stesso tempo vorrebbero essere aiutati, mentre i figli non riescono a distaccarsi dal ruolo che hanno avuto per tutta la vita e vanno a tentoni nel proporsi in modo diverso. Sono equilibri delicati, desiderio di autonomia e voglia di essere accuditi che nei genitori fanno a pugni, mentre nei figli non sempre è presente il giusto grado di sensibilità per accettare questo dualismo.
Struggente poi un aspetto che raramente avevo colto in altri romanzi: Joy, la protagonista ultraottantenne, assiste al lento declino del marito Aaron ed è toccante come descrive questa convivenza. La malattia di lui lo rende diverso, estraneo, mentre ancora è in vita. Sembra che il lutto di Joy inizi prima dell'effettiva morte del marito: nel rimpianto per qualcuno che fisicamente è presente, ma non è più la persona che ha amato e che conosce. Infine bella la caratterizzazione dei figli di Joy, Molly e Daniel, così umani e così in difficoltà nel comprendere una madre che nonostante tutto chiede solo di continuare a vivere con dignità, ma che non è più in grado di farlo in autonomia perché impaurita, sola, combattuta. Anche uscire a far la spesa per Joy diventa difficoltoso, una sfida, tanto che ritrovarsi al parco a condividere un tramezzino con un vecchio spasimante, appoggiandosi per camminare ad un fiammante deambulatore rosso può essere una rivendicazione, un atto quasi di ribellione.
A tratti si ride, più spesso ci si interroga sui propri ed altrui limiti. L'autrice sa trovare dei toni perfetti per stemperare e la vicenda si chiude con un sorriso malinconico, ma pur sempre un sorriso.
Una lettura che regala spunti di riflessione, un romanzo colto e arguto che ci presenta un'immagine della vecchiaia realistica e mai caricaturale.
 
  
 
 

Commenti

  1. Come sai l'ho amato molto, forse perché il problema mi "alita sul collo" già da un po', forse perché non mi piacciono le storie che propongono "vecchietti" dall'esistenza non realistica, forse perché la protagonista e le sue battute mi hanno conquistata. E' vero, non è un libro per giovani; ma è sicuramente un romanzo in cui molti (alle perse con un nonno, un genitore ecc) potranno ritrovarsi. Baci!

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    1. Hai ragione Tessa. Io ci ho riflettuto molto mentre lo leggevo e speriamo che mi aiuti a comprendere meglio certe situazioni e mi regali una maggior sensibilità. Quanto alla pazienza...peccato non poterla comprare al supermercato. La comprerei più spesso dell'allegria.
      bacio

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    2. mi ricordo di questo libro proprio perchè era piaciuto a Tessa. e ce l'ho segnato da leggere da un bel po' anche se non sono sicurissima possa fare per me.
      mi piace la tua recensione Lea è molto diretta e credo colga l'essenza del romanzo.
      brava, come sempre.

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    3. Grazie Chicca! Per me i libri non sono mai un modo per evadere dalla realtà, ma un'opportunità di capirla meglio. La tematica mi spaventava, ma allo stesso tempo volevo provare. Alla fine ne sono stata contenta,
      un bacio da lea

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  2. Ciao Lea,
    premetto che leggere le tue recensioni è sempre un'avventura unica.
    Come si suol dire, sei sempre meravigliosamente sul pezzo.
    In questo caso non mi devi convincere: sin da Le disavventure di Margaret, Il letto di Alice, L'evoluzione di Jane... e molti altri, ho imparato ad apprezzare quest'autrice.
    È solo questione di tempo e leggerò sia questo da te consigliato, che il libro Che Ragazza!, che Tessa se non erro ha in lettura...
    Una buona serata, in questo tempo un po' burrascoso,
    Bacio, Marina

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